Domenica 5 Febbraio 2012 il Corriere della sera ha pubblicato un’intervista al presidente Arcicasa (download: Arcicasa al Corriere, fessi ma non ladri), nella quale il presidente del NOSTRO ente di previdenza parla della difficoltà a gestire l’affare del palazzo a fontana di Trevi, contraddicendo totalmente le dichiarazioni rassicuranti inviate solo il giorno prima a tutti gli iscritti all’Enpap, in cui si diceva invece certo del buon affare fatto con l’acquisto.
A noi Arcicasa, sostenuto da mail di un gruppo improbabile di “lealisti” filo-Aupi, dice che il palazzo è un buon affare e garantisce rendite, mentre – il giorno dopo – il Corriere della Sera riporta la versione per il resto degli italiani: dichiara di essere stato ingenuo, che ora vorrebbe tornare ad occuparsi dei vecchietti.
Davvero le parole non sembrano sufficienti a descrivere lo sconcerto:
- in un momento in cui i colleghi scrivono a migliaia mail chiedendo spiegazioni sulla vicenda,
- con l’indignazione che monta, portando molti colleghi a proporre di non pagare più i contributi Enpap e a chiedere di poter aprire una posizione Inps,
- di fronte alla base degli Psicologi che chiede una sola cosa: le immediate dimissioni del CdA dell’Enpap,
Arcicasa non trova di meglio che farsi dare pubblicamente del FESSO sul Corriere della Sera, e così fa dare del fesso anche ai 37.000 colleghi iscritti all’Enpap che hanno affidato nelle sue mani i loro risparmi di una vita.
Quello che sappiamo, al di là delle dichiarazioni riportate sul Corriere, è che alla magistratura sono apparsi indizi di reato sufficienti ad aprire un’indagine per truffa a carico di ignoti presso la Procura della Repubblica di Roma. Lì, nelle sedi competenti sul piano giudiziario, si dovranno presentare Arcicasa, il Collegio Sindacale (che avrebbe dovuto controllare l’operato del CdA) e l’intero Consiglio di Amministrazione dell’Enpap, compresa la rappresentante del raggruppamento di “Cultura e Professione”, che pur nominalmente all’opposizione forse non è riuscita ad opporre nulla alla determinazione di Arcicasa di far stare l’ENPAP vicino ai palazzi del potere romano. Lì dovranno discutere delle prove, degli indizi e dimostrare che non esiste reato da parte loro ma che sono stati solo “FESSI”…
Così come sarà chiarito dal Procuratore della Corte dei Conti se questa vicenda non ha provocato agli Psicologi, oltre che un tremendo danno di immagine, un tangibile danno patrimoniale che dovrà essere ripianato.
E ora veniamo a sapere che l’8 febbraio scorso, interrogato sulla vicenda dell’acquisto dell’immobile dalla Commissione Parlamentare di Controllo sugli Enti Previdenziali, Arcicasa ha dato risposte “poco convincenti”.
Rilanciano i giornali scrivendo: “Poco convincenti, e spesso addirittura disarmanti, infatti, sono apparse le dichiarazioni rilasciate: per esempio, replicando a una domanda sull’opportunità, in questa fase di crisi, di accaparrarsi un bene immobile di pregio per un somma tanto elevata, il numero uno dell’ente degli psicologi ha rivendicato la necessità di dotarsi di una sede in una zona centrale e in vista della capitale. Altrettanto vaghe e inconcludenti, poi, le affermazioni sul perché di un doppio passaggio nella compravendita, nonché sui costi e i tempi preventivati per i lavori di restauro, a cui il palazzo dovrà essere sottoposto. Un atteggiamento ritenuto intollerabile da alcuni deputati e senatori…”.
Ora, se veramente Arcicasa rispondesse agli Psicologi iscritti all’Enpap, dovrebbe prendere atto del disastro e delle migliaia di mail che gli stanno giungendo in questi giorni e DIMETTERSI immediatamente.
Se Arcicasa fosse davvero preoccupato del danno che questa vicenda sta arrecando alla Psicologia Italiana e alle sue istituzioni, come ha scritto nella mail che ha inviato agli iscritti, avrebbe dovuto DIMETTERSI già da giorni dall’incarico di presidente dell’Enpap, che “candidamente” dichiara di non essere capace di portare avanti.
Invece pare che si consideri che i FESSI siamo davvero noi iscritti all’Enpap, disposti a tollerare ad oltranza di fronte alle più esplicite dichiarazioni pubbliche di incapacità.
Arcicasa è ancora lì, a peggiorare il disastro: la Psicologia e gli Psicologi continuano a perdere credibilità e valore agli occhi dei cittadini e delle istituzioni grazie alle “sprovvedutezze” e alla discutibilità di personaggi che arrivano, come se niente fosse, a riconosce pubblicamente di non avere le capacità necessarie ad amministrare i nostri soldi pur restando imperturbabili a voler fare i presidenti o gli amministratori.
Fino a quando durerà?
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