AltraPsicologia presenta un esposto alla Corte dei Conti con la richiesta di indagare se vi siano danni patrimoniali per noi psicologi iscritti all’ENPAP a seguito dell’acquisto da parte del Presidente Arcicasa dell’immobile in via della Stamperia. L’esposto presentato è scaricabile da qui.
È poi confermato che la Procura di Roma ha cominciato le indagini circa la compravendita del palazzo acquistato dall’Enpap con un pool di magistrati che si occupa di reati economici coordinato dal procuratore Nello Rossi. Dovrebbero già essere iniziati gli accertamenti della Guardia di Finanza circa il reale valore di mercato dell’immobile in via della Stamperia a Roma.
Oltre alla Procura della Repubblica di Roma dovrebbero essere interessati alle indagini anche gli organismi di sorveglianza della Banca d’Italia per verificare se nel comportamento del venditore (il fondo Omega che fa riferimento alla Banca Intesa-San Paolo, gestito a sua volta dalla Fimit) visto che è quantomeno strano che Fimit non sapesse che il palazzo che stava cedendo la mattina del 31 gennaio 2011 poteva essere rivenduto nel pomeriggio a un prezzo maggiorato di 18 milioni ed è quindi da verificare che il fondo Omega non abbia gestito oculatamente i fondi affidatigli, a danno dei suoi clienti.
Fimit dovrà comunque spiegare ai suoi investitori perché si è accontentata di un margine di guadagno di gran lunga inferiore a quello che avrebbe incassato trattando con il nostro ente dei previdenza. A questo proposito Fimit ha fatto sapere di aver acquistato la palazzina nel 2008 al prezzo di 17,4 milioni e di aver quindi realizzato comunque un ampio margine di guadagno. Se invece dovesse essere accertato che il palazzo vale 44,5 milioni Fimit dovrebbe comunque rispondere ai suoi investitori.
Viceversa se il prezzo reale dell’immobile dovesse essere ritenuto vicino ai 26 milioni e mezzo pagati da Conti, sarebbe l’Enpap a trovarsi in serio imbarazzo e a dover dare spiegazioni.
Quanto all’Enpap, sono comunque tante le domande a cui dovranno dare risposta il presidente Arcicasa e gli altri membri del Consiglio di Amministrazione (da non confondere con il Consiglio di Indirizzo Generale – CIG – in cui sono presenti come espressione dell’opposizione i colleghi di AltraPsicologia). Abbiamo pubblicato le prime 10 domande, quelle che prima di tutte abbisognano di essere evase da parte del Consiglio di Amministrazione dell’Enpap.
Tante altre però resteranno ed avranno bisogno di valutazioni puntuali per ottenere risposta. AltraPsicologia ha già chiesto all’ENPAP di poter prendere visione di tutti gli atti (qui la richiesta). Intanto bisognerà accertare che a seguito di questo acquisto, che ormai deve – al minimo – essere definito incauto, da parte del presidente Arcicasa gli iscritti non abbiano ricevuto un danno patrimoniale che ricade sugli iscritti.
A nome di AltraPsicologia ho presentato un esposto alla Corte dei Conti affinché verifichi la sussistenza di un danno siffatto.
Seppure quello del danno patrimoniale sia il timore principale, il problema degli Psicologi in questa vicenda non è solo lì. Di certo non ne guadagna l’immagine pubblica della categoria: ognuno può leggere i commenti non certo leggeri sui tanti giornali e social network circa quella che come minimo viene considerata una “ingenuità gigantesca” nella gestione degli affari che conferma la distanza dalla realtà che la vulgata a volte attribuisce all’intera categoria.
Di più, questo scandalo porta ulteriore dissesto nei rapporti con gli iscritti, già ampiamente sfiduciati nei confronti delle istituzioni di categoria.
Ancora, ora è con il governo e le altre casse che crescono le difficoltà: in questo periodo di crisi economica così pressante il governo ha già rappresentato la volontà di restringere i margini di libertà delle casse autonome dei professionisti. L’Enpap, anche attraverso la mossa azzardatissima di acquisire il palazzo romano, si è ampiamente discostata dal fronte unitario della altre casse di previdenza autonome (Adepp) che proprio sugli investimenti avevano indicato linee guida di trasparenza ed eticità. Ora l’intero fronte delle casse dei professionisti è più debole a seguito delle mosse azzardate di Arcicasa e Co.
L’acquisto del palazzo in via della Stamperia non è che l’ultimo atto di una lunga malgestione dell’ENPAP da parte di questa amministrazione che, non va trascurato, è espressione dell’AUPI, il Sindacato che riunisce i colleghi dipendenti. L’AUPI ha ottenuto il governo della cassa grazie alla potente macchina organizzativa che, in quanto sindacato, può permettersi di mettere in piedi con i soldi dei contributi pubblici. Con gli stessi strumenti si è assicurato per più di vent’anni il controllo della maggior parte degli Ordini Regionali degli Psicologi e del Consiglio Nazionale di cui tuttora esprime il presidente con le conseguenze disastrose per la professione che tutti conosciamo.
Lo sosteniamo da sempre: in quanto attivi principalmente attraverso un rapporto di lavoro dipendente i colleghi del sindacato non possono rappresentare pienamente la categoria dei liberi professionisti per i quali sono nati la Cassa di Previdenza e Assistenza ed il sistema ordinistico. Forse alcune scelte “poco attente” di questa gestione possono essere imputate al fatto che gli interessi primariamente rappresentati da chi è oggi al comando dell’Enpap non corrispondono a quelli dei “veri” liberi professionisti, che solo sull’Enpap possono contare per avere, da vecchi, una pensione e servizi dignitosi.
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